Intelligenza Analogica

Oltre l'otre: l'oste; si orci, no orchi.

Cartine prese da Scipione Africano di B.L. Hart,1926; Musica: Cuccurucucu di Franco Battiato, 1981

NOMINO

– Romanzo di fantasia concreta –

Premessa

 

Care pischelle e cari pischelli, scritti addietro promessa vi feci. Mantengo la Parola data.

Finalmente sono riuscita a mettere in ordine il grande viaggio di questa lunga storia che voglio raccontarvi: la grande tessitura della via della Seta, in fili di racconti, miti, storia e religioni.

Per comodità, partiremo da una Roma di 2233 anni fa (seconda guerra punica, 218 a.c. – 202 a.c.) fino ad arrivare all’esercito di terracotta a Xi’an di 2230 anni fa (mausoleo del primo imperatore della Cina, 246 a.c. – 208 a.c.). In questo percorso da ovest ad est, faremo su e giù nel tempo, nelle culture e credenze, scavando le profondità dell’essere umano (il suo rapporto con l’anima, con la natura, le sue invenzioni e la sua psiche): vedremo, mettendo a confronto con la contemporaneità, come l’Uomo non abbia mai capito un cazzo: un vero e proprio “tutto cambia perché nulla cambi”1; infatti, seppur gli sviluppi in tutti campi del sapere e delle possibilità tecnologiche e scientifiche, continuiamo a fare guerre, a creare disuguaglianze, stereotipi, ignoranza, odio, panico e fascismi.

Il sali e scendi poetico del – mobile e immobile – viaggio dell’umanità prevede anche l’uscita dall’atmosfera terrestre (qualche saltello qui e là per il cosmo) e la calata nelle profondità della Terra (dal concreto globo al metafisico oltretomba); dai nuraghe alla fantascienza, alla ricerca – attraverso la chiara comprensione – di possibili evoluzioni per un reale miglioramento dell’essere umano (elemento x dell’insieme Umanità).

Come si concretizza in modo esteso un’intima attenzione a tu-per-tu? Con la lettura, per questo un romanzo. Data la sua prevedibile lunghezza, mi sono chiesta: perché tacere durante tutta la stesura, invece di comporlo nella forma realizzatasi nei miei scritti finora? Un tempo i romanzi venivano pubblicati a puntate sulle riviste, quind’ecco2 che questo uscirà pubblicato a puntate nell’internet (poi alla parola fine si raccoglierà in un possibile libro); in questo modo la scrittura verrà completata dalle altre forme di comunicazione permesse dalla virtualità, estendendosi, anche, in link ed estratti delle fonti storiche e scientifiche utilizzate; così correggo un grave errore, da me commesso in precedenza: non aver mai messo in nota le fonte delle citazioni, studi e rifermenti nascosti – e non – all’interno del discorso.

Per non commetterne ulteriori, è giusto fare nella premessa un po’ di punti guida alla lettura:

  • Il linguaggio sarà quello che ho stilisticamente consolidato mano a mano nel tempo: una girandola di parole basse ed alte composte in capitoli brevi, dalla diversa forma letterale – epistole, saggi, dialoghi, racconti, ecc -, vicino al linguaggio parlato; mi impegnerò a segnalare le formule grammaticali corrette, quando le storpierò per l’evenienza.
  • Spiego al fine di scusarmi dei piccoli stratagemmi psicologici-letterali: la volgarità e le “parolacce” sono ottime intercalari con cui spezzare il ritmo del testo, creare ilarità e rendere più efficace la comprensione del senso del discorso; il giro di pronomi diversi – singolari e plurali, 1° 2° e 3° persona – sono un modo per creare diversi interlocutori, a partire dal generico – eppur personale – ‘tu, lettore’3, al fine di alleggerire e migliorare l’efficacia del messaggio; l’alternarsi di diversi toni, aneddoti ed esempi serve per catturare l’attenzione dell’emotività facendo leva sulla catarsi4: così riportando un’onda di distensione-tensione-distensione si usa come fulcro la Coscienza, manipolandola (effetto della persuasione) e resuscitandola (si spera sempre purificata).
  • La linea narrativa è stata già costruita e pensata, quindi non segue nessun’altra “narrazione” esterna ai personaggi, casi, esempi, ecc. se non quelli nominati nel testo5; la meraviglia della letteratura è il fatto di essere un’arte in grado di arrivare personalmente6 a tutti, cioè racconta direttamente a tutte e tutti agendo singolarmente; la “semplificazione” del linguaggio è una scelta di comunicazione finalizzata, anche, a diminuire l’analfabetismo culturale largamente presente in Italia7 (niente di più se non quello che c’è scritto); inoltre il pubblico a cui mi rivolgo scrivendo, vuole essere il più ampio possibile, estendendosi alle diverse classi sociali ed diseducazioni, anche e sopratutto non politicizzate8: in onor di questo, chiedo mi sia perdonabile il non adeguamento a grammatiche politiche che si stanno costituendo in questi tempi (es. sottolineatura del nuovo ‘neutro’, a cui preferisco sottolineare la neutralità nel ragionamento – ed anche per ragioni di discorsività, il “filare” della sintassi9);
  • La modalità è da Anti Social Club10: il primo modo di partecipazione a un testo [e contesto], è leggerlo e comprenderlo; l’entusiasmo deve essere “diffuso” e non di “ritorno”, nel senso che si evitino i commenti/like/pareri fini a se stessi e non alla dialettica11, e si favoriscano le riflessioni dovute al “far proprio” il messaggio, diffondendo pensiero. Io stessa mi impegno a non dare né visualizzazioni né apprezzamenti social-passivi ed evitare ogni forma di comunicazione personale indiretta; non ci sta nulla da invidiare, non c’è fama da raggiungere, anzi in questo periodo ho capito che cosa desidero: un lavoro in biblioteca, motivazioni: le persone chiedono cose intelligenti (i libri), non ci sono soldi da maneggiare e target di vendita (è tutto gratis) e ci si guadagna i soldi godendosi il silenzio – in pratica l’Eden per me.
  • Alcune cose che andrò a scrivere potranno infastidire parecchie persone, “militanti” compresi; ma, care pisquane e cari pisquani, non ci vuole molto nell’essere tutti d’accordo sul fatto che viviamo in una società malata, pregna di follie e di psicosi celate, eppur presenti. Come ci avverte il buon Basaglia, che di matti se ne intendeva: “La realtà è che le idee dominanti sono le idee della classe dominante, la quale non tollera elementi che non rispettino le sue regole”12, ed oggi dominante è la malattia del genere umano: l’ignoranza, il capitalismo, la brutalità, il cieco affidamento ad algoritmi confezionati e l’incapacità di misurare (e misurarsi). In breve, la mia voce si presenta come quella proveniente dal basso privo di un’educazione familiare politica particolare, tanto che la semplicità di visione di giustizia è per me preferibile al nozionismo ideologico (che continua un mutamento senza mai rivoluzione), perciò avviso subito che è anche mia volontà “rivoluzionare i rivoluzionari” – ovviamente per poter fare una sana rivoluzione!

 

Il tutto viene pubblicato in modo assolutamente gratuito; è inutile copiare o travisare i testi, l’immaginario è già di per sé complesso e viene già da me ridotto alle ossa della semplicità, un ulteriore abbassamento li farebbe cadere nelle frasi da Baci Perugina.

Detto ciò, in questo lungo tempo di riflessione, di silenzio creativo13 e digestione ego-sociale, non ho trovato un “vero uomo” ma ben due e con loro inizierà il cammino di questa storia, uno sta in cielo, l’altro sotto terra: Scipione, l’Africano ed il suo luogotenente e prefetto della flotta, Lelio; i quali per difendere Roma dalla minaccia del potente Annibale, finirono nel costruire l’impero romano. Da loro inizieremo col parlare di guerra ed alta strategia14: odierna urgenza del mondo; quindi, con tutta la calma che richiedono le fondamenta della sicurezza, lo studio e la ricerca, uscirà il seguito a questa premessa, in cammino verso giustizia e pace.

1 La frase corretta è «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» scritta nel romanzo di Tomasi di Lampedusa, Il gattopardo, 1958. Che ha segnato una propria filosofia: https://www.treccani.it/vocabolario/gattopardismo/

2 grammatica inventata per legame fonico (la liaison francese), la forma corretta è: “quindi ecco”

3 “Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa.”, incipit di Se una notte d’inverno un viaggiatore, Italo Calvino, 1979

4 Catarsi: 2. Nella storia dell’estetica, l’azione liberatrice della poesia che purifica dalle passioni. (Treccani online)

5 N.d.A. – chiunque a voglia di ballare, gli consiglio i balli di gruppo con le sciure, che come dimostra l’estate, all’alligalli son ancora scattanti.

6 N.d.A. – la lettura richiede del raccoglimento dell’attenzione e comunicazione individuale, dire una cosa leggendone un’altra è quasi impossibile.

7 Analfabetismo funzionale: “indica l’incapacità di usare in modo efficace le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana; si traduce quindi in pratica nell’incapacità di comprendere, valutare e usare le informazioni riscontrabili nella società contemporanea.”, https://it.wikipedia.org/wiki/Analfabetismo_funzionale

8 N.d.A.- detta senza paraculaggine: faccio propaganda, dichiaro pure antifascista.

9 “La sintassi è una delle quattro partizioni fondamentali della linguistica (insieme con la fonetica, la morfologia e la semantica). Essa studia la struttura della frase, gli elementi costitutivi della frase, le associazioni di frasi, cioè le unità superiori alla parola.”, (Treccani)

10 N.d.A.- questo è un gioco di parole tra club che prevede della socialità e antisocial, che esclude la socialità dei social (visti come mass media individuali)

11 dialettica: ha per scopo la dimostrazione e non la persuasione (Treccani)

12 da La maggioranza deviante, l’ideologia del controllo sociale totale, di Franca e Franco Basaglia, 1971

13 N.d.A. – vedremo anche l’iter psicologico della creatività; Lo spirito creativo, Daniel Goleman, Michael Ray, Paul Kaufman, 2001

14 <<Tra la strategia logistica e gli scacchi esiste in effetti una chiara analogia. Ma a un livello superiore, e con un orizzonte di intenti assai ampio, si colloca però l’alta strategia, che stata definita come “il coordinamento del potere in tutte le sue forme onde mantenere un ordine politico”. “Mentre la strategia si occupa più specificatamente del movimento di masse armate, l’alta strategia, oltre a comprendere tali movimenti, abbraccia pure le forze motrici materiali e psicologiche che agiscono dietro di essi… dunque, l’alto stratega è di conseguenza pure un politico e diplomatico.”>>, tratto da Scipione Africano, Basil Liddell Hart, 1926 – in citazione Reformation of War, J.F.C. Fuller

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